
Le Sorgenti - Nuxis
Inaugurazione
CAMMINO DELLA LIBERTÀ

Il 29 aprile del 2018 l'associazione ha inaugurato il Cammino della Libertà
nei luoghi della latitanza dell'Avv. Salvatore Cadeddu, martire di Palabanda.
I fatti storici
Nella "Tutta de Conch'e Cerbu" si è rifugiato, tra la fine del 1812 e i primi mesi del 1813, l'Avv. Salvatore Cadeddu, capo del club democratico cagliaritano di Palabanda, insieme al figlio Gaetano. Questi luoghi, dunque, nel recupero di una memoria storica dei sardi, costituiscono un riferimento centrale nella battaglia per la libertà del nostro popolo.
Dopo la cacciata dei piemontesi del 1794 e la repressione dei moti antifeudali capeggiati da Giovanni Maria Angioy (1796), a Cagliari erano attivi alcuni club democratici. Uno di questi, formato da intellettuali di Castello ma anche da artigiani di Marina e Stampace, si riuniva in un podere di proprietà dell'Avv. Salvatore Cededdu, segretario dell'Università, situato nella località di Palabanda, dove oggi sorge l'Orto botanico.
Nel 1812, Cagliari e la Sardegna furono colpiti da una grande siccità che distrusse i raccolti e provocò una grande carestia. Nel capoluogo si trovava il re Vittorio Emanuele I con il suo seguito in quanto il Piemonte era occupato dai francesi, per questo sui sardi si abbatterono nuove tasse per le spese della corte. Quell'anno diventerà proverbiale ed è ancora ricordato col detto popolare "su famini de s'annu doxi". Il popolo era esasperato e il gruppo di Palabanda decise di passare all'azione. L'intento era quello di cacciare - come nel 1794 - i pubblici funzionari e i cortigiani che stavano portando la Sardegna alla rovina, ma forse c'era anche l'ambizione di ottenere una Costituzione come quella di Cadice o quella siciliana dello stesso anno.
L'insurrezione, fissata per il 30 ottobre 1812, fallì per una delazione. La repressione di Vittorio Emanuele I scattò immediatamente. Il conciatore Raimondo Sorgia e il sarto Giovanni Putzolu furono arrestati e impiccati il 13 maggio 1813. Salvatore Cadeddu fuggì nel Sulcis con l'intento di imbarcarsi del Golfo di Palmas per la Corsica. Della latitanza parla con precisione Antioco Pabis, amico della famiglia Cadeddu in quanto nel 1812 era precettore dei figli di Giovanni Cadeddu, fratello di Salvatore.
In un memoriale del 1857, Pabis così riferisce della latitanza di Salvatore Cadeddu: "dacché se ne partì, o per meglio dire se ne fuggì da Cagliari, se ne andò ai salti del Sulcis, ed ivi fu raccomandato a Luigi Impera, il quale nel salto di Tatinu lo collocò nella grotta denominata Conca de Cerbu distante dal suo caprile non più di venti minuti, ed ivi con frequenza veniva visitato dall'Impera, e spesso provveduto del bisognevole". I Cadeddu ebbero l'aiuto del capraro Luigi Impera di Nuxis, della sua famiglia e dei pastori e contadini che abitavano questi luoghi. Il rapporto tra il padre Salvatore ed il figlio Gaetano, e l'accoglienza di Luigi Impera, costituiscono una fulgida testimonianza di solidarietà e di attaccamento ai valori della dignità umana e della libertà. Ecco perché questo è un luogo sacro alla memoria dei Sardi, per gli alti valori ideali che esso rappresenta.
L'Avv. Salvatore Cadeddu fu arrestato a seguito di una delazione a S. Giovanni Suergiu e impiccato a Cagliari il 30 settembre 1813. Il figlio Gaetano fuggì in Corsica, seguì Napoleone nell'esilio dell'Isola d'Elba e a Waterloo, dove fu uno dei responsabili del servizio di soccorso dei feriti dell'esercito francese.
La Pro Loco di Nuxis ha ricordato questo episodio della storia sarda con un murale di Francesco Del Casino nella piazza antistante il Municipio.
Nuxis, 29 aprile 2018
Un gran numero di partecipanti sono intervenuti per inaugurare il Cammino quale luogo sacro della memoria del nostro popolo.
La prima visita ha riguardato il bellissimo murale concepito da Francesco Del Casino e da lui recentemente realizzato nella piazza antistante il municipio. L'associazione promuoverà presso il Comune di Nuxis l'intitolazione della predetta piazza a Salvatore Cadeddu.
La visita è proseguita presso i luoghi della latitanza dei Cadeddu, passando dal furriadroxiu di Tattinu col suo unico e peculiare pozzo sacro nuragico, nei pressi della chiesa bizantina intitolata a Sant'Elia.
In località "Sa Matta De Su Landiri Druci" (trad.: la pianta delle dolci ghiande) la carovana ha proseguito il Cammino addentrandosi nel bosco di lecci antistante "Sa Tutta De Conch'e Cerbu" (trad.: la grotta della testa di cervo). I partecipanti si sono radunati in uno slargo del sentiero, tra l'ombra di un maestoso albero di leccio e l'imponente macchia mediterranea di lentischi e cisti: qui l'attrice e cantante Clara Murtas e il baritono Roberto Deiana si sono esibiti, con passione e maestria, nel racconto - sia in prosa che attraverso il canto - dei fatti storici che hanno preceduto la Rivolta di Palabanda, degli accadimenti della sollevazione stessa e delle conseguenze, anche in termini di perdita di vite umane, della ribellione alle angherie sabaude.
A seguire il presidente dell'associazione ha dato il benvenuto ai partecipanti. Manuela Colaci, in qualità di consigliere del Comune ospitante, è intervenuta per ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione. La parola è poi passata all'Avv. Andrea Pubusa: il suo appassionato intervento ha chiarito le condizioni storiche e sociali che hanno portato alla rivolta, richiamando gli alti valori democratici che furono alla sua base. Il Dott. Gianni Marilotti, neo Senatore della Repubblica, ha invece intavolato il suo discorso sull'importanza della riscoperta delle radici storiche sarde e sull'importanza dei simboli nella consapevolezza popolare. L'ultimo intervento è stato curato dal Dott. Tore Cherchi, Coordinatore del Piano Sulcis, che in un perfetto logudorese ha espresso il suo apprezzamento per iniziative di questo genere. Per concludere l'inaugurazione del Cammino della Libertà tutti i presenti hanno intonato alcune strofe dell'inno della Regione sarda: "Su patriotu sardu a sos feudatarios", meglio noto come "Procurade 'e moderare", scritto dal nobile magistrato di Ozieri, Francesco Ignazio Mannu, durante i moti antifeudali del 1794. La mattinata è terminata con la visita a "Sa Tutta De Conch'e Cerbu" che vedete qui sotto in foto.
L'associazione ha come scopo statutario anche quello di promuovere il territorio e le sue bellezze archeologico-architettoniche. Per questo abbiamo invitato i partecipanti, dopo che i medesimi si sono rifocillati in un ottimo pranzo presso il ristorante Letizia di Nuxis dello chef Manuele Fanutza, a visitare nel pomeriggio sia la chiesa bizantina di Sant'Elia che il pozzo sacro nuragico di Tattinu. Entrambe le attrattive sono state molto apprezzate, a conferma del fatto che il territorio di Nuxis possiede grandi risorse e, se promosso a dovere e con criterio, è capace di svolgere un ruolo di volano culturale ed economico per i suoi abitanti.
Desideriamo ringraziare:
- l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, sezioni di Cagliari e del Sulcis-Iglesiente;
- la Confederazione Sindacale Sarda;
- l'Assotzius Consumadoris Sardegna Onlus;
- lo Speleo Club Nuxis;
- l'Arma dei Carabinieri, in particolare i Comandanti della Compagnia di Carbonia e della stazione di Nuxis;
- i volontari del 118 di Narcao.








